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Può un serio e riservato uomo politico che ha avuto ruoli di tutto rispetto nella vita pubblica di una importante città della Sicilia, nel campo del cooperativismo, nell'attività parlamentare regionale e nazionale, sollecito sempre del pubblico interesse, indifferente al privato, può - nel suo operoso crepuscolo - ripiegarsi su se stesso e rimeditare le cose del passato, le affollate vicende della sua vita, e più ancora quelle che si svolsero intorno a lui, nello scenario del luogo a lui perennemente caro, la sua Paternò? Può. E lo documenta questo libro, così vivido e vero, in cui piccoli e grandi fatti personali, sentimenti e divagazioni, si impastano e combinano col fermentante magma degli eventi politici, urbanistici, sociali, culturali cittadini, gremito di infinite presenze forti od evanescenti. E il racconto si svolge fluido ed intenso, brioso e grave, stimolante e coinvolgente sino alla fine. "Non è la storia di un uomo - tiene a dire l'autore -, ma quella collettiva di uomini e donne insieme per mezzo secolo, dal 1943 al 1993. E l'averla scritta è un modo di completarla, di sottrarla all'oblio, un contributo doveroso alla scarsa memorialistica".
