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Qual è in un contesto di crisi o guerra imminente il ruolo del giornalismo? Informare tempestivamente e in modo completo e neutrale o entrare di peso nel dibattito, magari esercitando una propria influenza? Lo scenario precedente l'intervento angloamericano in Iraq (2002-2003) offre un caso nitido ed esemplare della condotta e dell'interventismo dei news media in una delicata fase di formazione del processo decisionale. Raccogliendo e analizzando gli articoli dei cosiddetti columnist (opinionisti) di due autorevoli testate come il «New York Times» e il «Washington Post», il lavoro ci fa rivivere le tensioni, i momenti cruciali e le contrapposizioni che nell'America segnata dall'11 settembre fanno maturare la scelta di un intervento controverso e destinato a dividere l'opinione pubblica mondiale e lo stesso giornalismo americano. La ricostruzione dell'episodio è sorretta da un inquadramento teorico, storico e sociologico del cosiddetto "quarto potere", che anche nel caso della guerra irachena ha ben dato prova di sé.