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Nell'ambito di un rinnovato interesse per la storia militare, il sistema esportato in Italia dalle armate giacobine e napoleoniche è particolarmente interessante nella misura in cui fu espressione dei cambiamenti politici verificatisi a cavallo della Rivoluzione francese: la leva di massa, il reclutamento per merito degli ufficiali e l'importanza delle armi dotte sono fenomeni che hanno le loro origini nelle idee illuministe del "cittadino soldato", in precise esigenze strategiche e, indirettamente, politiche ed economiche. Questo lavoro si sofferma in particolare sugli allievi del più prestigioso Istituto d'istruzione militare italiano dell'epoca, la Scuola di Modena. La ricostruzione prosopografica delle carriere degli oltre duecento allievi che frequentarono l'Istituto mostra come la Scuola sia stata un notevole fattore di mobilità sociale che generò dinastie di ingegneri e intellettuali attive per decenni, dopo il tramonto di Napoleone e fin quasi ai nostri giorni. I risultati sembrano confermare che la Scuola di Modena influì sulla formazione di una élite tecnocratica di ingegneri, la quale - pur con spiccate differenziazioni regionali - diede vita a un embrione di classe tecnica "nazionale" che iniziò a dotare gli Stati preunitari delle prime infrastrutture e si distinse durante il Risorgimento.