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Il viaggio di un romantico nella Calabria del 1830, di cui sono protagonisti assoluti il "viandante" Charles Didier e la straordinaria natura della regione: altera e terrifica, suggestiva e ammaliante. Una natura che si popola di personaggi e vicende del mondo classico, ma anche dell'umanità calabrese contemporanea, con la quale Didier non disdegna mai il dialogo e di cui coglie e comprende sia l'emarginazione sociale ed economica, sia i fermenti politici che la vedono protagonista non secondaria delle vicende risorgimentali italiane, seguite con attenzione dallo scrittore svizzero francese per la parte relativa al Mezzogiorno. Una descrizione di paesaggi e atmosfere nel più autentico spirito del romanticismo, ma anche una relazione che registra sottotraccia, come un sensibile sismografo, alcuni aspetti politico-sociali della Calabria pre-unitaria. Introduzione di Saverio Napoletano.