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Il mondo contadino, che ha iniziato a dissolversi con la "rivoluzione industriale", in Calabria, nel Sud ed in molte periferie d'Italia ha prolungato la sua agonia fino agli anni Sessanta del secolo scorso. L'autore, con un lavoro di ricerca sul campo e con un'indagine bibliografica sia specifica sia di riferimento teorico, ha raccolto tematiche e brandelli di memoria da donne e uomini formatisi in quegli anni. Senza sentimenti nostalgici, ma con piglio analitico ed istruttivo, questo testo propone una descrizione antropologica del territorio, si sofferma su lavori e locuzioni linguistiche, stratificazioni alimentari e sistemi organizzativi del ciclo della vita, feste e credenze, forme espressive di un universo interiore, immaginario e fantasmatico, evocativi di quel mondo, e ne offre spunti esplicativi ed interpretativi. Il comprensorio di Amantea (allargato al territorio della vecchia giurisdizione ecclesiastica di quella che fu la Diocesi "Inferiore" di Tropea) diventa emblematicamente luogo ed occasione a cui riferire e comparare una realtà regionale più diffusa, simile a quella degli altri comprensori calabresi.