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All'inizio del terzo millennio il cristianesimo si trova a confrontarsi da un lato con chi lo ritiene in fase di progressivo decadimento, dall'altro con chi lo invoca come riferimento insostituibile per il futuro dell'umanità. È il ripetersi della dialettica, già prevista nei Vangeli, tra incomprensione e stupore, oppure si è di fronte ad una svolta della presenza del cristianesimo e, in particolare della Chiesa cattolica, nella storia degli uomini? Le brevi riflessioni indicano una strada: quella che va oltre i raffinati e incomprensibili dibattiti culturali, storicamente datati e ormai privi di consistenza propositiva, avviandosi con decisione e fiducia nella comprensione della nuova situazione storica dell'uomo, quella cioè che fa di quest'ultimo il vero e unico soggetto storico, che desidera non solo essere buono, ma essere costruttore della storia. La Chiesa, dopo Ratisbona, è entrata in profondità nella dinamica della storia contemporanea accettando di rispondere alle nuove attese dell'umanità, aprendo orizzonti nuovi di ricerca e di impegno. È il sorgere di una nuova stagione di speranza per l'umanità, a cui tutti possono e devono sentirsi chiamati ed esserne protagonisti.