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Il complesso monastico di Santa Maria della Matina va inserito con ruolo da protagonista in una fase della storia medievale di estremo interesse. Un esame delle murature insieme all'analisi dei partiti decorativi della "Bau-plastik" matinense, hanno permesso di ipotizzare la realizzazione di questi ambienti in due distinti momenti: la prima fase dei lavori corrisponde al trasferimento dei monaci della Sambucina alla Matina nel 1222 e vide la realizzazione della sala capitolare e la ricostruzione parziale della precedente chiesa benedettina, infatti la messa in opera del materiale impiegato per l'apparato architettonico presenta soluzioni analoghe in entrambe le strutture. Il secondo intervento costruttivo è legato alla realizzazione del parlatorio, del passaggio agli orti, della sala dei monaci e al completamento della plastica architettonica della sala capitolare, dove la differenza tra i due linguaggi utilizzati nella produzione scultorea matinense sembra attingere i propri modelli prevalentemente a Casamari, non senza riferimenti all'ambito dell'architettura federiciana, particolarmente a Castel del Monte.