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"Le Miracoli de la biata Virgine Maria" è un incunabolo stampato a Cosenza alla fine del Quattrocento, di cui viene presentata un'edizione critica corredata da un commento storico-filologico e linguistico. Quest'opera, una raccolta anonima di miracoli mariani, presumibilmente di provenienza cisterciense, è da considerarsi un unicum, non esistendone altre copie o modelli di riferimento. Innegabile è la sua portata storica, sia per quanto concerne lo studio sulla diffusione del genere letterario mariano, con le connesse valenze sociali e culturali, sia per gli altri spunti desumibili dal testo. Di grande interesse e il polimorfismo che caratterizza questo mariale, dato dalla compresenza di latinismi, di normalizzazioni dovute all'influsso della già consolidata tradizione letteraria italiana, ma soprattutto da storpiature gergali dei nomi propri e da contaminazioni dialettali di stampo calabrese e siciliano, che costituiscono il patrimonio linguistico di quest'opera. La sua attribuzione alla bottega tipografica di Ottaviano Salomonio di Manfredonia, accresce il numero delle opere ascritte ad una delle prime stamperie operanti in Calabria e nel Mezzogiorno.