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Legato indissolubilmente al nome che lo designa tale paese, raggrumatosi nei secoli alle pendici dell'Aspromonte, si segnala e ci segnala la sua imponenza nel paesaggio calabrese. Monito, freno, saluto, è stato indagato e riprodotto da Kircher, dal Brenson, da Lear, da Escher che vi soggiornò a lungo negli anni trenta, e da artisti più a noi vicini. Attraverso una introspezione meticolosa, affiancata da un esauriente apparato bibliografico, la Mano di Pentedattilo: sinistra, tetra, rare volte solare, macchiata del sangue della Strage Degli Alberti, quasi una storia shakespeariana, debitrice di Giulietta e Romeo, si confonde con l'indagine su di una mano che vuole essere paradigma architettonico.