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Il Convegno di studi si è proposto di seminare qualcosa dell'eredità del pensiero socio-politico di Antonio Rosmini anche aldilà della ristretta cerchia dei competenti, rivolgendosi direttamente alla società civile ci sono infatti buone ragioni per le quali, ormai, non possiamo non dirci rosminiani. Tra queste, anzitutto, la lucida coscienza rosminiana dei limiti di ogni potere civile nei confronti delle comunità di cui esso è espressione: coscienza da cui consegue la negazione della troppo facile equivalenza tra ciò che è "pubblico" e ciò che è "statale". Inoltre, la consapevolezza della superiorità del modello di stato federale rispetto al modello centralistico.