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"Anche l'entità che una vulgata ingenua fino alla stolidità descrive come un ambiente popolato dai buoni sentimenti del reciproco riconoscimento e dell'affinità di vedute, di punti di vista e linguaggi, può rivelarsi come la sede di comportamenti violenti, di sopraffazione e di ingiustizia sociale. "Un vaso di coccio" documenta l'esistenza di questa fenomenologia ricostruendo la vicenda dei comuni le cui amministrazioni sono state oggetto di "attenzioni" mafiose. "Un vaso di coccio" incontra il problema principale dei Comuni e dei loro rappresentanti, quello di essere l'anello debole di una catena decisionale che non riguarda certamente i soli aspetti della legalità ma l'intera gamma dei problemi sociali ed economici." (Aldo Bonomi)