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Geremia lascia il proprio paese natale e trova lavoro come contabile in una cittadina nebbiosa, alle dipendenze di un capo sgradevole e meschino. Dopo anni, naufragati i suoi sogni, fa ritorno al paese, dove prepotenti riaffiorano i sentimenti e le emozioni che il tempo non ha cancellato e sensazioni nuove si sovrappongono agli antichi ricordi: immutato lo scenario di roveti e pietrose strade assolate, nuove ed eloquenti le rughe sui volti degli amici di gioventù, che come un tempo si radunano al Caffè delle Rose. La narrazione è scandita da un proprio ritmo interiore, in cui il prima e il poi sono relativi a eventi sospesi nel nulla: come l'anno del nubifragio, che sembra fare da spartiacque fra l'età dell'innocenza e quella del compromesso. I destini dei personaggi si intrecciano con drammatica intensità e l'autore coglie, con poche pennellate rapide e incisive, il senso - talora tragico - di un'esistenza intera.