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Due storie, due narrazioni, due personaggi, un unico percorso dentro le "assenze" della propria esistenza: "Dove nessuno è innocente" è un viaggio ricco di sfaccettature e significati molteplici nell'universo dell'indifferenza. Per il primo dei protagonisti di quest'opera, Morelli, giovane volontario impegnato nell'accoglienza degli immigrati, l'indifferenza coincide con la mancanza di notorietà, una notorietà ambita e desiderata ma impossibile da raggiungere con un lavoro come il suo, al servizio degli ultimi. Inquieto e diviso fra umanità e cinismo, fra impegno civico e apparenza, Morelli vive una quotidianità monotona e informe, che alimenta in lui una frustrazione e un desiderio di fuga destinati a sfociare in un evento drammatico: durante una notte di follia, Morelli e alcuni suoi amici metteranno in fuga dal centro di accoglienza un gruppo di immigrati che verranno poi seviziati per gioco. La morte di uno di loro avvierà in Morelli un processo di autoaccusa, una dolorosa presa di coscienza e di responsabilità verso i propri comportamenti e verso la realtà che lo circonda. L'altro protagonista di "Dove nessuno è innocente" è Silvano, impiegato di mezza età in un piccolo Comune che trascorre le giornate a osservare i volti che passano sui binari di una stazione, diviso fra il ricordo di suo padre - aiuto macchinista - e l'immagine di un clochard di nome Alfredo, che tormenta i suoi pensieri. Per Silvano l'indifferenza si concretizza nel distacco dalla vita degli altri e l'improvvisa scomparsa di Alfredo lo metterà in crisi, costringendolo a far chiarezza sui tanti punti in sospeso nel suo quotidiano.