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La convinzione di essere entrati in una nuova era medica dove oltre alla biomedicina occidentale coesistono diverse forme e tradizioni terapeutiche, dalla "new age" alla cinese, dall'ayurvedica all'omeopatica, è molto diffusa, ma, in effetti, questo genere di "pluralismo medico" non è affatto nuovo. Lo dimostra questo libro, che è uno studio sul pluralismo medico in un passato non troppo lontano. Esso esplora l'ambito e la gamma dei guaritori, dai medici elitari ai ciarlatani di piazza, e delle tante forme di guarigione che esistevano nel regno di Napoli in un arco di tempo che si estende fra il 1550 e il 1800. In questo contesto le idee religiose e popolari sulla malattia e le rispettive cause e cure vengono analizzate accanto a quelle colte. Viene a evidenziarsi così l'interazione e la competizione tra le diverse aree di competenza: quella medica, quella ecclesiastica e quella popolare.