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La città di Urbino, com'è noto, è al centro di un intera rete di figure ossessive nell'opera narrativa e poetica di Volponi. La forza stilistica presente anche in questi brevi scritti, tre testi e un'appendice epistolare, scioglie fin dall'esordio ogni dubbio: non si tratta di bozzetti paesaggistici o idillici. La città vi appare annichilita, senza "idillio, né rifugio, né quiete, né silenzio, né società". La "Città ideale" è divenuta inerte spoglia mortale, ai margini rispetto agli odierni flussi mercificanti: questa vicenda allude a qualcosa di concreto e universale, che non riguarda la sola Urbino.