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"Credo che il primo che mi abbia parlato in Italia di Luigi Manzi sia stato il poeta milanese Franco Loi. In ogni lingua questo poeta trova il suo spazio particolare, un suo registro personale, un carattere proprio e inimitabile. Ho capito che la sua voce, robusta e vulnerabile allo stesso tempo, supera le frontiere e si apre all'universale. È utile che in ogni cultura, in ogni letteratura, si possa sentire la voce di Manzi; che venga a noi per avvicinare gli uni agli altri. Ora che poi viene pubblicata una nuova antologia di 99 poesie, tradotte in albanese da un poeta congeniale come Gëzim Hajdari, sono sicuro che questa poesia in un'altra lingua conserverà tutta la sua originalità." (Predrag Matvejevic)