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La declinazione giuridica dei rapporti fra l'uomo e gli animali rappresenta, oggi, un tema in grado di collegare l'attualità aneddotica quotidiana con la disciplina giuridica. E ciò anche in virtù di un crescente interesse, non solo giuridico, per un dibattito che, partendo dal piano teorico, filosofico, etico si è allargato al dato giuridico, abbracciando molteplici branche del diritto positivo. E ciò in reazione ad una lunga tradizione filosofica occidentale che ha sempre posto una netta cesura fra l'Homo sapiens ed il regno animale, con una tradizionale visione utilitaristica che progressivamente sta cedendo il passo ad una ottica più animalista, in cui quest'ultimo viene accomunato all'uomo per la natura di essere vivente. Di modo che, accanto alla dottrina tradizionale che rimane ancorata ad un inquadramento dell'animale come oggetto di proprietà così come affermata nel nostro e nelle principali codificazioni di Civil Law ma anche nel case law inglese e Nord Americano, sta, progressivamente, emergendo una corrente di pensiero che, prendendo spunto dal riconoscimento all'animale della natura di essere senziente, cerca di costruire per loro uno status di soggetti giuridici attraverso il riconoscimento di alcuni diritti sul modello di quelli umani. In tale contesto, l'autore, seguendo la distinzione fra animali domestici, oggetto di proprietà, ed animali selvatici che possono diventare tali, dopo l'esame del dato codicistico ha effettuato una rassegna dei principali settori giuridici in cui sono disciplinati i rapporti uomo/animale, esaminando quelli propri del settore agraristico, con le norme, di origine comunitaria e internazionale, a tutela dell'animale di allevamento e poi di quello di compagnia e quello destinato alla sperimentazione, per continuare con quello ambientale con le disposizioni a tutela delle specie selvatiche e la disciplina della caccia e del commercio di tali specie per poi proseguire con l'ambito penalistico dei maltrattamenti sugli animali. Il tutto al fine di mettere in evidenza se ed in che misura la variegata provenienza delle norme e la loro interpretazione da parte della giurisprudenza ne consentano la riconduzione ad un corpus unitario, con una propria coerente collocazione all'interno delle categorie generali del diritto.