Fine vita: antichi dilemmi e questioni irrisolte di Urciuoli Antonella - Bookdealer | I tuoi librai a domicilio
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Fine vita: antichi dilemmi e questioni irrisolte

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Il tema, estremamente complesso e delicato, coinvolge una miriade di implicazioni e di risvolti non solo etici, medici e giuridici, ma anche politici e sociali. Punto iniziale di riflessione è il ruolo del consenso e/o del rifiuto di trattamenti sanitari prima della l. 22 dicembre 2017, n. 219 (Norme in materia di consenso informato e di disposizioni anticipate di trattamento) che ha introdotto significative, anche se non risolutive novità, e della quale sono stati individuati i più significativi principi ispiratori, tracciando un quadro relativo all?evoluzione del pensiero, non solo della dottrina, circa la necessaria centralità del consenso. Il consenso informato risulta essere presupposto fondamentale per un?efficace espressione della libertà di autodeterminazione terapeutica, sempre affiancato da specifici ed ulteriori requisiti del consenso stesso. Una delle tematiche più dibattute risulta legata infatti alla capacità d?agire: sviluppandosi in merito il c.d. superamento della dicotomia capacità giuridica-capacità d?agire e la valorizzazione della c.d. capacità di discernimento. Su tali premesse si innesta il dibattito aperto dalla l. n. 219 del 2017, nella quale acquista definitiva centralità appunto il consenso informato, al fine di soddisfare la necessità di un equo bilanciamento tra il diritto alla vita e quello all?autodeterminazione del paziente interessato. Il lavoro, muovendo dal dato normativo, apre ad ulteriori problematiche connesse: all?obiezione di coscienza, alla pianificazione delle cure tra paziente e medico, all?eutanasia, all?accanimento terapeutico, all?alimentazione e idratazione artificiale. L?attenzione si incentra poi sulle DAT (disposizioni anticipate di trattamento) al fine di inquadrarne il ruolo, i contenuti, nonché i requisiti di forma, e, tra gli altri, la revocabilità. Nella consapevolezza che ciò che prevale è la volontà di salvaguardare i beni punto di riferimento oggettivo di tale personalissimo atto il quale, proprio a causa del suo particolare modo di essere, si atteggia sempre come significativa espressione del potere di autonomia negoziale assoggettato, tuttavia, ad una regolamentazione ben diversa da quella relativa agli accordi contrattuali non avendone il carattere economico. Emerge sulle disposizioni anticipate di trattamento un panorama con ancora molte zone d?ombra: la l. n. 219 del 2017 non sembra aver sciolto del tutto le perplessità sollevate in ordine alla configurabilità, nelle DAT, dei requisiti dell?attualità, della ponderatezza e della specificità del consenso, che appaiono fondamentali tanto per la validità di quest?ultimo quanto per la legittimazione stessa del trattamento sanitario.

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