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La descrizione legislativa del fatto di reato costituisce il limite invalicabile del potere punitivo dello Stato e la sua funzione di garanzia è preminente rispetto a quella residuale di orientamento culturale. Da questa premessa di fondo parte l'Autore, per fare una lunga e approfondita carrellata sui temi di grande attualità, che occupano la dottrina penalistica alla ricerca del punto di equilibrio tra le esigenze della difesa sociale e il libero esercizio dei diritti individuali. Oggi, il giudice non è più considerato, in chiave illuministica, la «bocca della legge» e si apprezza il contributo del formante giurisprudenziale al «diritto vivente»; ne nasce un rapporto di tensione con l'immobile «verbale» della norma, del quale l'Autore esamina tutti gli aspetti, in relazione alla giurisdizione interna ed europea. Tutte le componenti interne del reato (tipicità, antigiuridicità e colpevolezza) contribuiscono all'unitaria funzione di garanzia della fattispecie e, in questa prospettiva, vengono evidenziati gli apporti (funzionali/disfunzionali) della dottrina penalistica.