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Georgette Leblanc, musa del Simbolismo, definita da Mallarmé «sorgente lirica e tragica» e da Cocteau «mostro sacro», «santa del lirismo», «invisibile, veggente, lenta e più rapida del filmine» è, in questa documentata monografia, la protagonista intorno alla quale ruotano altri "mostri sacri" della letteratura, della musica, del teatro e del cinema d'avanguardia. Vi troviamo così Maurice Maeterlinck, col quale la Leblanc visse per venti anni, Claude Debussy, prima della celebrità, un Gabriele d'Annunzio, sorpreso nel suo intimo e sorprendente nei dialoghi, fino al primo lungometraggio d'avanguardia, il film L'Inhumaine (titolo italiano: Futurismo - Un dramma passionale nell'anno 1950), in capitoli volti ad allargare i confini delle indagini finora svolte.