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Il lavoro si propone di definire la condizione giuridica del concepito alla luce dei valori e dei principi fondamentali dell'ordinamento i quali suggeriscono una vera e propria rivoluzione copernicana rispetto alla logica prettamente patrimoniale propria del codice civile. In particolare, una puntuale ed attenta lettura di non poche disposizioni contenute nella Carta Costituzionale come anche nella Convenzione Europea dei Diritti Umani nonché nella Carta dei Diritti Fondamentali dell'UE sospinge, nei primi due saggi in cui si snoda il lavoro, non soltanto a rimarcare la rilevanza giuridica e la soggettività del concepito ma anche a porre l'accento sulla necessità di una decisa rivisitazione della normativa codicistica in materia.