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Il presente studio è il primo dedicato interamente a "Sibilla". Poema drammatico in quattro atti, prezioso lavoro letterario di Giulio Aristide Sartorio, già famoso nella sua Roma, anche quale autore del fregio di Montecitorio (1912) di cui ricorre il centenario. L'artista vi riversa in pieno il suo mondo mitologico-simbolico unito alle metabolizzate influenze del Liberty, della decadente classicità dannunziana, dell'universo pittorico-letterario preraffaellita, della classicità rinascimentale. A causa di ciò, concepisce il volume come una sorta di codice miniato, impreziosito da illustrazioni, splendido campionario della sua raffinatissima arte incisoria. Fa capolino anche la lezione etica di William Morris e pure il languore per la femme fatale sia di Klimt che di Dante G. Rossetti. Referenze che si sciolgono in un fluente racconto poetico ricco di atmosfere talvolta anche un po' alchemiche. Specialmente quando si narra di inquietanti personaggi medioevali (il cavaliere, la strega, l'Angelo di Dio, la Morte) o di motivi rinascimentali o di leggende legate al clima nazionalistico italiano.