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Non può escludersi che talora la tolleranza del vertice d'impresa nei confronti dell'attività illecita di altri, in particolare dei sottoposti, rappresenti, per il contesto nel quale s'incardini, una vera e propria induzione al 'reato', punibile a titolo di concorso mediante azione. Il volume punta a risolvere le ambiguità che minano la comprensione della differenza che corre tra la 'vera induzione' e la 'semplice inerzia', che risulterebbe naturalmente non punibile ove in capo al vertice d'impresa difettasse un effettivo obbligo giuridico d'impedire l'altrui reato.