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Il Pigneto, che fa parte del quartiere Prenestino-Labicano, non è un territorio omogeneo. Situato fuori Porta Maggiore, è compreso tra la ferrovia Roma-Sulmona, la ferrovia Roma-Napoli e via dell'Acqua Bullicante ed è costituito da un insieme di trame insediative: il Casilino, limitrofo alla via Casilina ed il più prossimo alla Porta Maggiore; il Prenestino, lungo la via Prenestina, tra la strada consolare e la Roma-Sulmona; la borgata Galliano, dove via del Pigneto s'incurva tra via dei Zeno e via Tempesta; la Marranella, al di qua di via dell'Acqua Bullicante, nei pressi di San Barnaba ed il Pigneto vero e proprio, da largo Cabellini sino alla Circonvallazione Casilina ed oltre, nella zona dedicata ai condottieri e nel comprensorio della cooperativa Termini. Per questa eterogeneità di situazioni, sino alle soglie degli anni Cinquanta, il Pigneto è stato genericamente inteso come il suburbio fuori Porta Maggiore. La ricerca, che si è avvalsa di una documentazione prevalentemente d'archivio, ha fatto emergere la dinamica delle forze sociali, di quel particolare movimento romano dei pubblici servizi e del proletariato urbano più legato alle dinamiche della lotta di classe - i metalmeccanici della Tabanelli, le maestranze della Serono, i pastai della Pantanella, le tessili della Viscosa. L'arco temporale preso in esame inizia con gli anni di Roma capitale per concludersi all'attualità dei nostri giorni. Secondo un'ottica diacronica, si è raccontata la trasformazione del territorio prendendo in considerazione quei fenomeni sociali, culturali, economici e politici che hanno interessato il Pigneto in rapporto alle vicende più complessive di Roma nel suo farsi capitale d'Italia, nel contesto più generale della cultura nazionale. In questi ultimi decenni si è avviato un graduale processo di trasformazione delle parti degradate del territorio che si è rinnovato strutturalmente grazie ai provvedimenti urbanistici messi in campo tra il 1993 ed il 2008, con i programmi integrati di riqualificazione urbana che hanno visto prioritari gli obiettivi del recupero e del riuso del patrimonio edilizio, passando dall'uso esclusivo di risorse pubbliche all'integrazione tra risorse pubbliche e private.