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L'apparato scenico e organizzativo delle feste di laurea nella Roma del XVII secolo, fino ad oggi rimasto nell'ombra, riemerge dai documenti che descrivono l'aspetto aristocraticamente intellettuale della cerimonia. I frontespizi delle tesi di laurea disegnati e incisi dai più importanti artisti del tempo, fra cui spicca Pietro da Cortona, e i suoi collaboratori italiani e stranieri, danno lo spunto per illustrare filologicamente - attraverso simboli, allegorie, metafore, passaggi analogico-traspositivi, metamorfosi - il pensiero della filosofia ermetica con richiamo diretto ai procedimenti alchemici finalizzati al conseguimento della virtù. Attingendo ad antiche fonti del pensiero, l'autrice restituisce con sagacia narrativa e coerenza scientifica un mosaico di identità iconologiche e iconografiche utili per gli studi storico-artistici e per conoscere atteggiamenti culturali del Seicento: un'epoca che continuò a cercare il Vero confrontando verità antiche e moderne, talora in contrasto con il cattolicesimo, ma tutte viste come momenti dello spirito. In tal senso l'autrice parla di culture differenziate, come l'alchimia e l'ermetismo, presenti in Roma in personaggi di fede cattolica, ma anche delle antinomie del pensiero di Galilei e Campanella o estetiche di Caravaggio e Pietro da Cortona. Tutto questo nello splendore barocco di materia e spirito della Roma dei papi, con uno sguardo particolare al pontificato di Alessandro VII Chigi e alla cerchia di Cristina di Svezia.