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È un paesaggio culturale, opera congiunta della natura e dell'uomo, quello che a metà Ottocento George Dennis raccontò nelle "Cities and cemeteries of Etruria", in una visione romantica di rovine, memorie e misteri, illustrata dai suoi schizzi e da quelli dell'amico pittore Samuel James Ainsley. Se ne percepiscono ragioni e tratti peculiari soltanto camminandovi dentro senza sosta come fece Dennis, viaggiatore ed esploratore britannico già abituato ad analoghe fatiche in Portogallo e in terra di Andalusia. Ricognizioni, citazioni antiquarie, racconti e disegni realizzati con la camera lucida gli permisero di individuare e studiare le identità dei luoghi e di raccontarle a studiosi, turisti e studenti di allora. E con tutti loro, alla fine della prefazione, si scusava per l'incompletezza e i possibili errori spiegando con le parole di Plinio il Vecchio quanto fosse difficile "trovare il senso di ogni cosa e prendere ogni cosa nel suo vero senso". Alla ricerca e alla rivelazione del senso dei paesaggi antichi, alcuni un tempo lungo un percorso che poi prese il nome di via Clodia - Cerveteri e Tarquinia, San Giovenale, Luni sul Mignone e Norchia -, contribuisce questo lavoro, frutto dell'amore di Luigi Franciosini per questi luoghi e dell'attenta e appassionata attività di ricerca e formazione da lui promossa nel Dipartimento di Architettura di Roma Tre.