Tab Article
"Pensieri e ricordi, riflessioni e spunti, 'saluti e memorie'... E tutto raccolto in frammenti, in briciole di sapere, lampi luminosi che costituiscono quel sapere più prezioso proprio perché non è un 'sapere', ma una sorta di reminiscenza senza il peso del ricordo o dell'occasione che lo ha prodotto, ma con il tocco fuggevole che ci sfiora, quasi a nostra insaputa, 'le tante parole di ieri, le poche di oggi, la paura di ascoltare la voce dei passi come si ascolta il battito dei cuori ignoti'. E l'occasione non è soltanto sottile ma istantanea, e neppure soltanto istantanea ma irreversibile. 'La voce dei passi' è un'ulteriore, convinta e convincente, promenade di Giulio Ghirardi sul terreno che più gli è congeniale: quello del frammento narrativo, anzi della costellazione di frammenti intrecciati a mosaico o ghirlanda, dove la sua curiosità puntilistica sta in mediatico ascolto fluttuante di eventi anche minuti e compone una cronaca ricca di annotazioni, alla ricerca dell'occasione che è breve come un sogno e non si riprodurrà mai, assomiglia alla passante di Baudelaire che non rivedremo. Quei frammenti sono il risultato ultimo, letterariamente levigato, tenacemente ondulatorio, di un'esplosione, di un big-bang i cui infiniti filamenti si depositano a cascata sulla pagina con effetti di lenta e sicura sedimentazione attraverso la circolarità del disegno." (Renato Minore)