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Le prime testimonianze latomiche nel Regno delle Due Sicilie risalgono al periodo della dominazione austriaca per iniziativa della "Grand Lodge of England", che reclutò, al riguardo, il noto musicista lucchese Francesco Xaverio Geminiani (1687-1762), considerato generalmente come il primo libero muratore italiano ("iniziato" all'estero). L' 11 maggio 1728 le autorità massoniche di Londra emisero, a suo nome, una deputation (un mandato) per la costituzione, in Napoli, di una loggia dal titolo "Perfetta Unione". Ignoriamo se le "colonne" di tale "officina" furono effettivamente "innalzate" oppure siano rimaste confinate in un progetto mai realizzato. Di certo bisognerà attendere all'incirca 15 anni per trovare traccia di una regolare loggia installata nella capitale duosiciliana. La massoneria meridionale si sviluppò, dopo la prima metà del '700, per l'intero territorio regnicolo, erigendo Templi in tutte le principali città, spesso coinvolgendo nella sua opera di proselitismo anche centri di remota periferia. Si calcola che, tra gli anni '80 e '90 del secolo XVIII, il numero delle logge nel mezzogiorno d'Italia era ben superiore alle 120 unità con migliaia di entusiasti adepti. Le pagine del presente testo intendono illustrare un fenomeno che, malgrado ripetute condanne pontificie e governative, attecchì in profondità anche nelle estreme province (Terra di Lavoro, Molise, Abruzzi, Puglie, Basilicata e Calabrie). Prefazione di Emilio Gin.