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Il volume è insieme una monografia sul Vignola (con un catalogo delle opere a cura di F.R. Liserre) e un saggio sul rapporto con la grande committenza. Il tema della Architettura dei principi allude congiuntamente ai principii dell'architettura e alla architettura per i prìncipi, impersonata dai prìncipi della aristocrazia e della Chiesa (Farnese, Orsini, Gambara), dai prìncipi della fabbrica (S. Petronio a Bologna) e dai prìncipi dell'accademia (Bocchi). Le vicende di alcuni monumenti sono il risultato della interazione tra le istanze politiche e culturali che confluiscono in vere e proprie forme simboliche del Potere. Viene dato risalto anche ad opere problematiche (come Bagnaia e gli Horti Farnesiani) che, aldilà dell'effettivo apporto vignoliano, rappresentano in modo significativo il nesso committenti/architetti. In particolare, i Farnese vengono assunti come caso esemplare di committenza policentrica, nelle corti di Roma, Caprarola, Parma e Piacenza e nelle relazioni diplomatiche e di parentela coi maggiori sovrani, dall'imperatore ai re di Francia e di Spagna. Soprattutto Alessandro Farnese junior, il "grande cardinale" - in simbiosi assoluta col Vignola - si afferma come Signore delle Arti, arbitro e ispiratore di imprese di respiro europeo.