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Mettendo in correlazione la storia nazionale con le distinte memorie pubbliche, feste, celebrazioni e rituali civili hanno dato forma ai moderni scenari pubblici delle società di massa. L'analisi si allarga oltre il tradizionale ambito politico-istituzionale, mettendo al centro della riflessione anche gli aspetti storico-culturali dei rituali civili. Si guarda non solo all'uso politico di rituali della memoria e feste nazionali, ma anche alla loro capacità di suscitare emozioni e sentimenti di identità. Attraverso un approccio comparativo e un orizzonte problematico euro-americano (tra i modelli francese e americano), i contributi raccolti nel volume delineano dapprima i caratteri delle pedagogie nazionali promosse dalle élites ottocentesche (tra Stati Uniti, Francia, Spagna, Italia e Portogallo). Si guarda poi alle trasformazioni maturate nel Novecento con la massificazione dei rituali legati alle memorie belliche e con le liturgie totalizzanti promosse dai regimi dittatoriali (tra l'Italia fascista e la Spagna franchista). Per il secondo dopoguerra l'attenzione è rivolta alle transizioni da regimi dittatoriali a forme compiute di democrazia (tra Germania, Italia e Spagna) e quindi al "peso del passato" nelle sue espressioni simbolico-rituali e culturali. Si è aperta infine una distinta fase, secondo una tendenza allargatasi con la nascita dell'Unione Europea e con la costruzione di identità plurime (locali e sovra-nazionali allo stesso tempo).