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José Luis Orozco documenta, attraverso la voce dei teorici e dei politici protagonisti principali, la complessa tessitura politica, economica e filosofica che, dall'inizio del XX secolo, ebbe luogo negli Stati Uniti a partire dal processo di riconversione industriale e di concentrazione monopolistica che Irving Kristol ha chiamato "rivoluzione corporativa". Questa "rivoluzione", superando Tocqueville e le dicotomie classiche (individuo-Stato, potere-democrazia, concorrenza-monopolio) del pensiero liberal-democratico, piega la partecipazione democratica alle nuove modalità organizzative del capitalismo finanziario e imprime una mutazione sostanziale a una democrazia mai adeguata ai miti che il mondo borghese celebra ovunque. Questo è un libro chiave per comprendere la politica moderna del capitalismo ed è l'ultima parte della trilogia dedicata da Orozco alla "Golden age of American philosophy" coincisa con l'inizio dell'egemonia economica e politica degli Stati Uniti d'America.