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In una cittadina del Friuli un profugo bosniaco conosce una donna siciliana che la mafia ha spinto a lasciare la sua terra. Nel racconto di Franjo scorre la storia della sua nazione martoriata, dagli orrori delle foibe ai massacri più recenti. Viene rinchiuso in un campo di concentramento per la sola colpa di portare un nome nemico, quello del presidente della Croazia, che i serbi odiano in modo ferino e viscerale. Silvana ricorda con nostalgia la dolcezza e la serenità della sua terra, prima che il cancro della violenza l'aggredisse e la rendesse irriconoscibile. È l'incontro di due naufraghi, accomunati da un doloroso fardello di ricordi, che nell'amore ritrovano la speranza e la forza di ricominciare a vivere, di riannodare il filo spezzato con la loro terra.