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Sin dal 1978 in Judith Cowan troviamo incorporata la prima chiave della storia recente dell'arte, quella della dematerializzazione, individuata da Lucy Lippard nei sei anni tra 1966-1972. Se si può parlare dunque della Cowan come di una dei maggiori esponenti della New British Sculpture dagli anni 80, in quella linea che ha come suoi massimi esponenti Stephen Cox, Tony Cragg e Anish Kapoor, Judith Cowan spicca per il suo esprit de finesse, unito al suo spirito di contraddizione. Lo farà ritrovando e ibridando a suo fine le tre filosofie clou dei maestri non solo inglesi degli anni Sessanta e Settanta, minimalista (Richard Long, Robert Morris), povera (Luciano Fabro, Mario Merz), testimoniale (Beuys, poi Boltanski).