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La Francia ha dato un impulso validissimo al bilancio dell'architettura mondiale espressa nell'ultimo trentennio, non soltanto sul piano della qualità e della quantità, ma anche e soprattutto per averne sottolineato il profilo culturale attraverso una precisa volontà politica che, per la prima volta, ha riconosciuto la produzione architettonica espressione di cultura ed elemento di pubblico interesse: di valore sociale, prima ancora che estetico. L'architettura per la cultura - nella quale cioè si svolgono funzioni culturali - associando la memoria con il progetto, ha indotto un vitale confronto con la società, l'economia e la storia contribuendo, in un'epoca di "globalizzazione" dei fenomeni, ad una fisionomia comunitaria più umana.