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Si possono raccontare le migrazioni senza valigie? Si può prescindere da quella che diventa, a volte, suo malgrado, un'estetica del dramma? Più che di risposte gli scritti qui raccolti danno conto, acutamente, dell'interrogativo. È un campo aperto a ogni riflessione. I casi rappresentati disegnano un museo composito che si ritrova però nella condivisione dell'assunto della migrazione come 'leva fondamentale dell'umanità fin dalle sue origini'. L'uomo, sembrano dire i musei, è un essere confinario che non ha confini. Nella prassi, questo è un museo che risente di sensibilità e climi politici diversi, ma anche di tradizioni museografiche diverse. Questo volume costituisce un ampio panorama ben delineato dell'attuale pratica e teoria museologica, cui fanno da contrappunto gli sguardi molto particolari di alcuni osservatori eccellenti. Né può essere altrimenti in una realtà tanto composita quale si trova rappresentata nei principali musei europei delle migrazioni, qui visitati e raccontati in una doppia prospettiva: dell'autrice e degli stessi responsabili, che sapientemente guidano il lettore sul campo, in Belgio, Spagna, Danimarca, Francia, Germania, Italia, Polonia.