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Scarto, come marginale, come residuo in relazione a ciò che "conta", e si colloca in primo piano godendo di una diffusa rappresentazione sociale positiva: il sapere pedagogico, ad esempio, diventa scarto di fronte a una "chiacchiera" mediatica che, attraverso spot sempre più seduttivi e ricchi di effetti speciali, finisce per orientare pesantemente lo sguardo sul mondo e gli stili di vita dei soggetti. Scarto, anche, come distanza tra: la progettualità educativa e i suoi esiti, tra i tempi delle nostre parole e i tempi delle risposte dei nostri interlocutori educativi. Resistenza: nei confronti del pensiero unico e delle passioni tristi; dei modelli di umanità che, imposti a livello mondiale dai pochi che possiedono molto, tendono a impoverire e inquinare i rapporti quotidiani e i sogni degli individui, rendendoli gregge. Elogio pedagogico di scarto e resistenza: per prefigurare percorsi in ombra, ma audaci, che conducano verso la costruzione di un pensiero critico e di legami solidali con tutti i viventi, aprendo alla possibilità di "passioni gioiose".