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Il tema affrontato è antico, quanto l'essere umano. Affonda le radici nella notte dei tempi, quando il pastore, al tramonto, riposava nel silenzio, nella solitudine, in ambiente naturalmente ostile. Quel pastore, di notte, era facile preda del terrore atavico; s'era dotato, tuttavia, di un oggetto prezioso, un flauto, e con esso addolciva la sua angoscia, nella speranza che le note da lui prodotte volgessero alla mitezza anche i potenziali nemici. Sapeva che le note di un flauto hanno potere di originare emozione, magica fonte di energia vitale. Insomma, già allora si profittava di un linguaggio inconsueto, il linguaggio dell'anima.