Tab Article
«Qualche tempo fa ho ritrovato una lettera spedita nel 1943 da mio nonno alla moglie; scritta durante la guerra, su un foglio di carta leggera resa ormai fragile dal tempo, spedita dalle coste della Dalmazia, la lettera accosta il flusso drammatico della storia all'esistenza individuale e la proietta in una dimensione di ricordo e di affetti privatissima, abbattendo i confini, sovrapponendo le linee di contorno come avviene con disegni tracciati su carta velina che, posti uno sopra l'altro, restituiscono una terza immagine, composita'e inaspettata. La lettera, scritta con una stilografica in inchiostro nero che gli anni hanno ingiallito e sbiadito, è carica di sentimenti forti e drammatici, che lo stile vagamente dannunziano non può stemperare. Il presente, la tragedia della guerra, del dolore e della lontananza, non cancella il vivere individuale, anzi, ne restituisce un'immagine più articolata e complessa, piena di struggente nostalgia: al termine di una giornata di dura fatica, il crepuscolo - probabilmente in vista del mare - porta con il riposo il ricordo, il pensiero di casa, della propria famiglia, la moglie, le figlie, e lo struggimento si alimenta di questo improvviso equilibrio. Nella prima parte della lettera ho incontrato l'espressione "nella stessa ora", che ho recuperato a titolo di questa raccolta, e che non ho resistito a estrarre cercando di far emergere lo slancio lirico di cui erano cariche le frasi che la contenevano (i versi in epigrafe sono solo formalmente miei, erano già presenti e vividi tra le righe della lettera). Mi pare che, con semplice e diretta immediatezza, alluda a quel particolare, singolarissimo palinsesto che è la vita di ciascuno, in cui oggetti persone ed emozioni che intessono il nostro quotidiano non possono che mescolarsi incessantemente, nella stessa ora, con le forti tracce incise sulla pelle del mondo nel quale ci troviamo a passare.» (Dalla Prefazione)