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Uno 'studio' (nell'accezione pittorico-architettonica del termine) che si presenta come un intenso e promettente tentativo di risposta a una delle questioni che sotterraneamente mobilitano ogni ricerca sul pensiero giuridico-politico di Gottfried Wilhelm Leibniz (1646-1716). Ai ripetuti progetti di riordino del corpus del diritto, ai minuziosi piani di organizzazione amministrativa ed economica della realtà politica del tempo o all'instancabile impegno per l'istituzione di Società scientifiche al fine di favorire scoperte e innovazioni tecnologiche in tutti i campi, fa riscontro una malcelata negligenza di Leibniz nella costruzione teorica di un esplicito paradigma di definizione politica dello Stato. Tuttavia questa considerazione non deve lasciar pensare a un limite del sistema leibniziano. In questa prospettiva, il volume, che ha la struttura di un manuale, pur essendo un testo ermeneutico, rappresenta un nuovo contributo critico, non tanto e non solo per chi intenda mettere a fuoco una delle aree problematiche più significative e meno note attraversate dal filosofo di Hannover, ma anche e soprattutto per chi voglia risalire i motivi e le istanze genetiche del suo formidabile progetto metafisico.