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"Quante volte ho tenuto la mano, ho abbracciato, ho baciato sentendo solo la naturalità di quell'atto senza provare quell'oltrepassamento del corpo, quel contatto che anticipa l'anima dell'altro! Capisci cosa voglio dire? La gioia di tenere quella mano, di abbracciare quel corpo, di baciare quella bocca. Era quello che mi succedeva con Guido. Perché l'amavo. Perché amare non è una condizione passiva ma una creazione attiva: è lasciarsi prendere da una fascinazione. Io avevo idealizzato Guido, l'avevo reso unico e incomparabile. E se tenevo la sua mano, se abbracciavo il suo corpo, se baciavo la sua bocca mi sentivo al centro del mondo. Amore si dà solo dove ci sono ideazione, proiezione, invenzione. È del vuoto che ci si innamora, di quello che non c'è, non del pieno. La sensazione di insicurezza che i sentimenti intermittenti di Guido mi provocavano non facevano altro che ingrandire il mio amore per lui. La passione è sottrazione, si alimenta del dislivello dei sentimenti, della mancata sincronizzazione. È delusione, incertezza, folla di speranze insoddisfatte. È prefigurare una realtà più luminosa di quella offerta dall'opacità del reale. La passione ama l'intervallo che concede alla fantasia, all'immaginazione. La passione è visionaria".