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Pubblicato da Mondadori per la prima volta nel 1978, "Il re del magazzino" è presentato come "romanzo". La situazione di partenza è quella classica del manoscritto ritrovato: in un piccolo magazzino di una cascina diroccata della campagna lombarda, in un fustino di cartone accanto a un cadavere si trovano dei fogli, è una specie di diario in prima persona. Nei trentadue giorni che hanno preceduto la sua fine, l'uomo ha cercato di descrivere sia quanto lo circondava, sia il mondo e la vita vissuti in precedenza: verità e passato, presente e immaginazione si fondono e confondono mescolando il già visto, il pensato, il solamente sognato di una vicenda che si rivela presto senza uscita. Ritroviamo in queste note talune situazioni tipiche e persino la cronaca di quegli anni, paure e aspirazioni umane e sociali di cui oggi possiamo prevedere le conclusioni, la tragicità come l'inconsistenza. Il racconto di ciò che ha fatto, pensato e ricordato nei trentadue giorni che precedono la sua inevitabile fine è inframmezzato da 30 lettere in forma di poesia, che il narratore in prima persona scrive per i figli ma che non spedirà mai. Sono lettere che riprendono il vissuto e gli accadimenti di quell'anno (1976) in cui sono scritte, e sembrano coinvolgere emotivamente non solo il protagonista della storia, ma lo scrittore stesso.