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Partendo da scongiuri e incantesimi raccolti in manoscritti dei secoli X e XI, questo saggio si avventura in un viaggio che studia la posizione della parola e del racconto all'interno delle procedure di guarigione praticate nell'Europa medievale. In un contesto in cui la professionalità medica non era ancora definita con chiarezza, il soccorso ai sofferenti includeva un frequente uso terapeutico della parola che prevedeva una vera e propria "somministrazione" di racconti volti tanto a potenziare l'effetto dei farmaci erboristici quanto a rendere il malato profondamente partecipe della propria guarigione attraverso l'identificazione con il protagonista della narrazione.