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Una diagnosi di cancro o di qualsiasi altra malattia "importante" ancora oggi suscita shock e sgomento, anche se la guaribilità e le possibilità di curare vantaggiosamente queste patologie hanno fortemente depotenziato l'alone di mistero, di dramma e di negatività. La malattia cambia le relazioni, rompe il senso di continuità della vita e incide sull'identità della persona che vorrebbe percepire normalità nei comportamenti e della propria fisicità rovinata da un macigno, che danneggia corpo e psiche. "Senso di continuità" della vita significa tante cose: gusto del bello, dell'arte, della musica, dello scrivere, della pittura, della poesia, del sentire il proprio corpo vivo e reattivo. In ciò il malato va aiutato, ed è quello che si fa con questo volume che non ha finalità psicologiche ma eminentemente pratiche per spingerlo a superare barriere negative, educandolo e addestrandolo a mantenere a denti stretti anche durante i trattamenti la propria normalità. Consigli di chi per più di quaranta anni ha visto malati e ha avuto modo di sperimentare nella prassi cosa è bene fare per recuperare energie interiori e voglia di vivere anche nelle difficoltà del momento.