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Questo libro non è un'indagine sociologica né un diario della fuga di Addy Abdul Wahab - iracheno di Bassora - ma un appassionante racconto-documento, una testimonianza diretta e motivata di un fenomeno ancora tutto da capire. È la narrazione di un percorso interiore che non troverà mai fine perché gli ideali sono mete che sublimano la realtà. Libertà, giustizia, onestà, amore e conoscenza hanno sostenuto Addy (prima migrante, poi clandestino, quindi rifugiato, infine inserito nel contesto italiano) nel suo viaggio alla scoperta di una terra dove tali valori trovano ancora nutrimento e dove ha potuto sperimentare il sostegno spontaneo e la profonda amicizia di tante persone. "Mi sento in dovere di ricordare tutti quelli che mi hanno aiutato in Italia e sono tanti: non ripeto i nomi perché temo di dimenticare qualcuno. Li ho tutti, uomini e donne, nel mio cuore ed è per loro che nei momenti di sconforto mi impongo di essere forte, perché quanto hanno fatto per me non vada perduto" (Addy Abdul Wahab).