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"C'è piombo, c'è sangue in questo racconto, ma non è un giallo. È semplicemente un monologo-riflessione a voce alta su un periodo preciso e particolare della nostra storia recente. Gli anni '70. Un decennio, durato un po' più di dieci anni, esaltante e cupo. Straordinario per le conquiste sul terreno dei diritti civili, sul piano culturale e musicale, ma terribilmente violento e oscuro sul piano politico. Queste pagine sono il tentativo di raccontare come quel periodo fu vissuto dai ventenni di allora non in una grande metropoli, non nelle città operaie (in cui il conflitto sociale era durissimo) ma nella profonda e sonnacchiosa provincia tra la Toscana e l'Umbria, che all'improvviso e senza sapere perché si ritrovò sbattuta più volte in prima pagina. E anche in prima linea. Tra macerie (non solo metaforiche), odore di polvere da sparo, ragazzi in manette". (Dalla prefazione dell'autore).