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Nei secoli del basso medioevo, prima dell'espulsione definitiva alla fine del Quattrocento, una comunità ebraica ricca e popolosa vive in Sicilia, in piena simbiosi con l'universo cristiano che la circonda. Derivata dalla comunità del Cairo, con la quale intrattiene fitte relazioni commerciali, questo gruppo sociale è caratterizzato dal fatto che usa l'arabo come lingua corrente oltre, s'intende, al siciliano; l'ebraico è infatti riservato ai soli testi sacri. L'autore, ripercorrendo migliaia di carte d'archivio, ha rintracciato un vivace affresco di un mondo che conosce le sue gerarchie, i suoi ricchi e poveri, le liti di cortile e i conflitti gravi.