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Chi è genitore, e in modo particolare quando si adotta, si interroga continuamente sulle proprie scelte educative, sulle parole e i gesti che utilizza nel rapportarsi al figlio. A volte misura gli eventi attraverso la lente di ingrandimento dell'adozione stessa, cercando di mettere a fuoco se i propri atteggiamenti siano stati o meno pertinenti o adeguati al compito pedagogico. Lo psicologo costruisce il suo sapere in parte affidandosi al sapere dei colleghi che, nella pratica terapeutica, lo hanno preceduto, in parte agli incontri, nel tempo, con tante, differenti storie. Propone una propria visione professionale che si è resa spesso utile, ma che non è certo l'unica ed imprescindibile maniera per leggere le criticità tipiche del viaggio famigliare. Il libro nasce dall'incontro tra gli interrogativi e i ragionamenti di una madre e le considerazioni di uno psicologo e si offre come uno dei possibili fili di Arianna a cui un genitore, nell'esercizio della propria funzione educativa, può aggrapparsi per trarre spunto, energia, forza e chiarezza nel proprio intento parentale.