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Dalla pubblicazione del celebre studio di Wilhelm Nestle, "Vom Mythos zum Logos", sino ad oggi, il dibattito sul rapporto tra mito e logo non si è mai affievolito. Ma quali innovazioni critiche sono state apportate al tema negli ottant'anni circa che ci separano da quel testo epocale? È possibile affermare che da allora i termini del rapporto siano stati capovolti e che si sia passati oggi, piuttosto, dal logo al mito, così come recita il titolo del contributo di Glenn Most, che apre il volume che qui presentiamo? Da tali domande sono nati i saggi che compongono il libro, ma trovare in essi risposte definitive è impossibile, perché dare una risposta univoca alle questioni sollevate significherebbe già sposare la tesi di uno dei due poli, quello di un logo imperialista e definitivo. Si è invece preferito fornire due tipi di contributi: uno di carattere più storico, che percorre l'itinerario per così dire "classico" dell'incontro/scontro tra Mythos e Logos, dalla loro comune origine sino al tramonto e alla sconfitta del mito ad opera del cristianesimo; e un secondo tipo, di carattere più teoretico, che, a partire dalla coppia bipolare che dà il titolo al volume, opera delle incursioni nella contemporaneità, rivelando come il mito, lungi dall'essere stato definitivamente annientato e superato, abbia ancora in realtà una vita vivace e spesso molesta per le rassicuranti ragioni dell'uomo contemporaneo.