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Da quando il vertiginoso processo di virtualizzazione della comunicazione scritta è divenuto un fenomeno ormai inarrestabile, appare sempre più emergente la necessità di dare corpo a un'adeguata opera di fondata teorizzazione pedagogica allo studio dei processi educativi sottesi alla produzione dello scarabocchio, del disegno e della scrittura, osservati congiuntamente con un loro funzionale concretarsi in campo prassico-educativo. Le attività pratiche assumono un ruolo prioritario in uno scenario educativo in cui l'esperienza educativo-laboratoriale consente di porsi a diretto contatto con il sapere: scrivere a mano, dapprima scarabocchiando, poi disegnando in modo libero, quindi producendo schematici disegni calligrafici convenzionalmente concepiti da un dato ambiente culturale, può essere fatto in modo pedagogicamente corretto, se questa esperienza è intesa come un'attività pratica e concreta, evolutiva e formativa, al contempo creativa e "artistica", coinvolgente l'intera struttura esistenziale del bambino. Questi disegna e scrive con tutto se stesso, dalla testa ai piedi; solo così l'educazione del gesto grafico può mettere a punto un più ampio progetto pedagogico-educativo volto alla sua formazione integrale, mossa dai suoi impulsi più autentici e genuini.