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Italo Svevo non è solo autore della "Coscienza di Zeno" e dei due romanzi che l'hanno preceduta: lungo tutto l'arco della sua vita si è dedicato alla scrittura consegnandoci un corpus ricchissimo di novelle, commedie, pagine di diario, riflessioni. Questa sua attività sembra essere caratterizzata da un continuo lavoro di ripensamento, destinato ad accompagnare i testi fino alla pubblicazione. In molti casi la riscrittura presenta caratteri di non finito. Questo libro vuole indagare su tale aspetto cercando di capirne le ragioni e seguendone l'evoluzione dalle prime fino alle ultime testimonianze. Emerge un quadro composito, dapprima quasi di consapevole abbandono del testo a se stesso, poi, progressivamente, di un nuovo atteggiamento verso l'esercizio stesso della scrittura, specie in coincidenza con il passare del tempo e l'approdo all'ultima stagione, quella della vecchiaia.